Autostima e mania del controllo
L’eccessiva mania di controllo: un pericolo per la TUA autostima.
Iniziamo con qualche esempio concreto. La vita quotidiana è la migliore palestra per imparare le lezioni più utili e funzionali alla nostra felicità.
Restare in osservazione, in ascolto e concedersi il tempo di guardare la vita con curiosità, è il modo più semplice ed immediato per riconoscere che in ognuno di noi c’è già tutto quello di cui abbiamo bisogno per fare della nostra vita, il più straordinario capolavoro al mondo !
In che modo Paola ha perso la stima si sé come donna e come professionista attraverso il peso della mania di controllo.
Paola, mamma, compagna e titolare d’azienda è vittima del senso del controllo da sempre: sin da giovane sacrificava tempo, passioni e amicizie per rispettare in modo diligente e attento pianificazioni che coinvolgevano tutte le aree della sua vita.
Maniaca della perfezione e della precisione, Paola viveva in costante stress e in balia di stati d’animo pericolosi: rabbia, frustrazione, insoddisfazione e regole che solo apparentemente le davano sicurezza e ordine. Peccato che il suo umore fosse condizionato da “come” il suo controllo era funzionale ed efficace rispetto al raggiungimento dei suoi obiettivi personali e professionali. Peccato che di fronte ai mancati risultati, si sentisse inadeguata a “non abbastanza”. Peccato che la sua ostinata precisione facesse "terra bruciata" intorno a lei facendola sentire spesso sola.
Le persone amano stare con persone felici e Paola si era dimenticata quanto fosse bello sentirsi felice e libera: l’ansia decideva per lei !
Il controllo, dunque, è una sorta di autoinganno: ogni volta che abbiamo l’impressione di esercitarlo, in realtà lo abbiamo appena perso, perché la nostra ansia ha deciso per noi. Lo scorso febbraio lei stessa mi ha contattata e mi ha chiesto uno specifico percorso di coaching con l’obiettivo di liberarsi dal peso di un quotidiano in cui stress e tensione erano diventati una costante penalizzando la sua vita privata e la sua attività lavorativa. Paola, consapevole che stava perdendo i suoi affetti più cari e stanca di assumersi responsabilità e doveri, aveva perso motivazione ed entusiasmo nei confronti alla sua una professione, una professione da sempre scelta con passione (titolare di una grande azienda metalmeccanica).
Paola decide di lavorare su di sé per alleggerirsi quel senso del dovere e del controllo che condiziona il successo della sua vita mettendo a rischio la sua stessa salute e perdendo in autostima e sicurezza.
Nutrire la tua autostima significa anche sperimentare la paura di fidarsi e di affidarsi per comunicare a prendere fiducia prima verso te stessa e poi verso gli altri.
Grazie al superamento delle nostre paure, riconosciamo la nostra forza nel cambiamento e con fiducia ci muoviamo nell'ambiente in cui viviamo. Attraverso la capacità di passare da uno step a quello successivo, il nostro senso di sicurezza cresce insieme alla sensazione di conoscere ancora più in profondità il nostro valore e il valore di chi ci è accanto ogni giorno.
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Quando il controllo è alleato della nostra autostima ?
Se per controllo si intende una forma adeguata di verifica dell’andamento delle cose, possiamo considerarlo una strategia funzionale e utile.
Quando, invece, diventa un bisogno molto radicato nella vita della persona e la sola idea di perderlo genera spaesamento, inquietudine, nervosismo e confusione, allora parliamo di un aspetto problematico.
Andare in tilt quando un’amica ritarda di pochi minuti, essere intolleranti ai dettagli fuori posto, sentirsi turbati da un imprevisto o da tutto quello che non è sotto il proprio diretto esame, sono esempi comuni di ipercontrollo e lo stress ne diventa la naturale conseguenza.
Non si tratta solo di cercare di fare le cose sempre in modo “calcolato”, attraverso regole, programmi e schemi accurati e ripetitivi, ma anche di voler a tutti i costi sorvegliare o “guidare” le azioni altrui ( e talvolta le vite altrui !!).
I facilitatori della mania di controllo che oscurano la nostra autostima.
Ecco che si manifestano fattori facilitatori all’eccessiva mania di controllo che ci fa perdere di vista la nostra capacità di gestire ogni situazione in virtù di un’autostima che dovrebbe essere forte e presente:
- intolleranza per l’incertezza e l’ignoto;
- difficoltà a gestire lo stress;
- timore di commettere errori o perfezionismo;
- eccessivo senso di responsabilità;
- eccessivo bisogno di sicurezza;
- sfiducia negli altri.
Il bisogno di controllo si accompagna spesso a intransigenza, perfezionismo, rigidità e distacco. La persona si sforza di fare ordine, di prevedere l’imprevedibile, di non farsi trovare impreparata. Non si tratta di impegno e di responsabilità, ma di un’urgenza interiore.
Il bisogno di controllo aiuta a mantenere l’immagine ideale di sé, di indipendenza ed efficienza, ma diventa una maschera che soffoca la vitalità della persona, bloccando la spontaneità e lo slancio.
Iniziano a delinearsi un concetto associato ad una bassa autostima: l'insicurezza verso l'immagine di noi stesse e la presa di mania del controllo che in realtà ci rende schiave.
Avere autostima significa possedere una sicurezza su cosa fare e come comportarsi in una determinata attività e avere la tranquillità di sapere (in linea generale) cosa potrebbe accadere (controllo dell’ambiente).
La nostra autostima cresce quando impariamo a mollare il peso del senso di controllo in cambio della gioia nel sentirci sicure di contare su di noi imparando ad essere flessibili nel posticipare impegni, nel permetterci di sbagliare e nel riconoscere il nostro valore indipendentemente da quanto siamo “brave” o “ belle”.
In che modo il controllo impoverisce la nostra autostima.
Il bisogno di controllo blocca il contatto con le proprie emozioni profonde (paura, sensi di colpa, rabbia, tristezza). Non a caso la persona ipercontrollante appare emotivamente trattenuta e rigida. Tra le paure più profonde c’è quella di deludere, di sbagliare, di essere da meno, di mostrarsi vulnerabili, di tradire la stima o la fiducia di qualcuno di significativo. In questo stato, l’autostima che vive di emozioni generate dai risultati che impattano sulla nostra felicità e sul nostro sentirci persone capaci, ne paga un caro prezzo: vittime di autocontrollo e di regole, subiamo il giudizio verso noi stesse sentendoci in costante rincorsa verso un’iillusoria perfezione togliendoci la gioia del vivere belle emozioni.
Come nutrire la tua autostima lasciando andare la mania di controllo.
Non si può “controllare il bisogno di controllo” bensì imparare ad allentare la presa. Lasciare andare.
- Lasciar andare non significa smettere di agire, ma sviluppare la capacità di seguire il flusso delle azioni in piena fiducia di sé. Significa imparare ogni tanto a lasciare accadere ciò che accade, far sì che per un po’ le cose seguano il loro corso spontaneamente, senza il nostro intervento. Molto spesso l’imprevisto può rivelarsi una svolta sorprendentemente positiva. E in questo terreno abbiamo l’opportunità di dare spazio alla crescita della nostra autostima che gode della libertà di alimentarsi anche dai nostri “insuccessi” consapevole che anche da essi diventiamo persone migliori e più capaci, oltre che più felici.
- Lasciare andare vuol dire anche imparare a uscire fuori dall’ordinario, dalla routine cadenzata e iper calcolata: limitarsi al conosciuto vuol dire spegnersi lentamente.
- Altrettanto significativo risulta imparare a delegare. Fidarsi e affidarsi. Accettare che altri facciano al posto nostro e a loro modo. L’idea di bastare a se stessi, portata allo stremo, si scontra inevitabilmente con l’amara realtà del sovraccarico emotivo.
Piuttosto che focalizzarsi sul non commettere errori, risulta più utile ampliare la consapevolezza sui propri bisogni, che sono all’origine delle nostre scelte/decisioni.
te lo ricordo: Il controllo, è una sorta di autoinganno: ogni volta che abbiamo l’impressione di esercitarlo, in realtà lo abbiamo appena perso, perché la nostra ansia ha deciso per noi.
La sana autostima nel sano controllo della tua vita.
All’interno di queste situazioni limite, c’è chi invece riesce ad assumere l’atteggiamento ideale della sana autostima attraverso il sano controllo di sé e delle aree della propria vita.
In che modo ?
- Accettazione totale di sé: si nutre la sensazione di sentirsi accettati, con i propri limiti e difetti certi che “il meglio deve ancora venire”: nutrimento meraviglioso per a nostra autostima.
- Consapevolezza di sé: si conoscono esattamente i propri punti di forza, di debolezza e i propri obiettivi e su quelli si traccia un piano d’azione preciso e determinato.
- Auto efficacia percepita: si è convinti di poter riuscire a gestire specifiche situazioni con successo e forza, consapevoli che siamo responsabili e possiamo controllare solo una parte dei comportamenti e delle azioni verso un certo obiettivo. Comprendere che fattori esterni alla nostra volontà possono interferire nei risaltati delle nostre decisioni, ci mette in pace rispetto ad eventuali fallimenti ( in un matrimonio non puoi controllare il tuo amato/a. Tu puoi fare la tua parte al meglio e poi augurarti che lui/lei faccia altrettanto).
L'autostima di Paola, stava pagando il caro prezzo del "faccio tutto io perché mi fido solo di me”. SOLO LASCIANDO ANDARE, HA RIPRESO IL CONTROLLO DI SE'.
L’’autostima è l’atteggiamento favorevole o sfavorevole che si ha verso se stessi.
Paola, vittima del “faccio tutto io perché mi fido solo di me”, stava perdendo di vista la cosa più importante: la gioia della condivisione, del sentirsi supportata da persone che amava e che la stavano "allontanando" per il disagio e la reale difficoltà nel confrontarsi con una persona pretenziosa e inflessibile. La sua autostima ne stava pagando un caro prezzo.
L’ipercontrollo non è sinonimo di diligenza, senso del dovere e scrupolosità. E’ piuttosto il risultato di credenze disfunzionali che possono diventare una gabbia, causando il persistere di quell’ansia da cui ci si tenta di proteggere.
Paola ha seguito in modo determinato ogni passo del suo meraviglioso percorso di coaching. Oggi ha recuperato rapporto con la sua famiglia e in azienda la guardano tutti con maggior rispetto e il sentirsi supportata attraverso la libertà di delegare, ha svoltato completamente le sue giornate.
E’ nel momento stesso in cui credi di avere tutto sotto controllo che in realtà hai perso il controllo e nello stesso tempo fai strike con la tua autostima che viene disintegrata dai birilli colpiti dall’ansia, dalla frustrazione e della paura di fallire.
Nel prossimo articolo : rimedi per accrescere la tua autostima e per mollare l’ansia del controllo.
Il valore della Delega e della Fiducia
Non è ancora partito il corso in azienda, e già si annusa profumo di e di .
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Il primo marzo c'è la prima giornata di formazione nell'azienda mia cliente che ha l'obiettivo di scardinare blocchi dovuti alla mancanza di comunicazione, di stima e di strategia nel condividere risultati in modo coeso.
Prenderti cura della tua professione é come prenderti cura di casa tua. Quando mancano complicità, fiducia, stima e rispetto si diventa individui soli che viaggiano senza meta.
Vivere in un ambiente in cui percepisci il valore di ogni singolo individuo, ti mette in sicurezza da tradimenti e delusioni che paghi in termini economici e personali.
Mancano due settimane al primo giorno di corso e già ai vertici si respira aria di squadra.
Orgogliosa di loro. ⬇️⬇️⬇️
Le relazioni il primo successo tuo e della tua professione!
In che modo è utile chiedere ?
CHIEDERE NON È FACILE MA QUANDO CHIEDI FISSI UN CONTATTO CON LA PERSONA E LA COSA PIÙ PROBABILE, È CHE LEI TI AIUTI.
Da bambini chiediamo e domandiamo in continuazione. Crescendo perdiamo la fertile attitudine a domandare per sapere qualcosa e anche l’indispensabile capacità di chiedere per ottenere qualcosa, di materiale o di immateriale: amore, aiuto, attenzione, consigli, sostegno, un aumento di stipendio, un giorno di ferie, nuove opportunità, un libro in prestito.
Chiedere e' poco dignitoso! Le persone capaci non chiedono!
E il vero uomo (lo suggeriva una discutibile, e tuttavia notissima, campagna pubblicitaria) “non deve chiedere mai”.
Vergogna, paura, orgoglio: le principali cause della morte mentale di ogni essere umano
che rinunciando a chiedere, perde l'opportunità di imparare e di andare verso il suo successo.
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Mi hanno chiesto di intervenire ad una serata di convivialità i cui ospiti erano imprenditori appartenenti ad ogni categoria : avvocati, studi dentistici, consulenti del lavoro, parrucchieri, commercialisti, etc. ...
- Cosa posso dire di utile a professionisti completamente sconosciuti ?
- In che modo posso portare valore attraverso la mia professione e la mia esperienza in aula e in azienda?
- Come posso supportare imprenditori che sentono ogni giorno il peso e le difficoltà nel condurre un' attività in cui le
preoccupazioni sono parte integrante della loro stessa attività?
Gloria, mi sono detta, hai solo un modo:
dopo una breve presentazione rispetto a ciò che faccio, al perché lo faccio e al come lo faccio, ho lasciato spazio a loro :
loro erano i veri protagonisti.
" Sentitevi liberi di farmi domande e di condividere dubbi e paure che oggi bloccano la vostra attività ".
Per la serie : coaching a tavola!
Il solo modo per assere il ponte tra il loro problema e la soluzione, era metterli nella condizione più ideale per fargli fare domande.
Dopo pochissimi attimi di comprensibile "imbarazzo",
le mani si sono alzare ed è iniziata la !
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Porto nel cuore lo sguardo di un imprenditore che mi dice : " mi hai risolto un problema ".
Vero, MA LUI HA CHIESTO.
CHIEDI E TI SARÀ DATO
Infinitamente grata ad ognuno di loro.