Per la prima volta mi trovo a scrivere degli uomini all’interno di un articolo il cui focus resta la valorizzazione del genere femminile.
Mamme, donne e uomini.
Ho scelto con sicurezza, determinazione e passione di dedicarmi alle donne, non perché ritengo che la donna sia superiore all’uomo e non perché sottovaluto l’importanza dell’uomo, ma anzi, credo che la donna sia la chiave del cambiamento e sono certa che grazie al lavoro che può fare su si sé potrà ispirare e guidare anche quell’ energia maschile che è complementare all’energia femminile e che insieme creano la vita stessa.
Essere donne, mamme e lavoratrici è un’impresa nell’impresa e avere al fianco uomini illuminati diventa esaltante e motivante per tutte noi!
Sicuramente nell’ambito lavorativo si intrecciano in modo importante la vita familiare e personale. Gli impegni nel gestire una propria attività, la difficoltà nel restare in aziende le cui realtà sono vecchie e superate, piuttosto che il dover coordinare le attività quotidiane di una casa e di una famiglia, convincono spesso la donna a rinunciare ai propri sogni e ai propri desideri, complici la mancanza di tempo e un retaggio culturale educativo ancora intimamente ancorato nella vita e nell’anima della donna.
Quello che noto nelle sessioni di coaching con donne e professioniste che si rivolgono a me per capire come superare paure, ansie, limiti, convinzioni e per avere un metodo efficace al rinforzare la fiducia in sé stesse è che uno dei il blocchi più imponenti è l’assenza di un uomo che le sappia sostenere, incoraggiare e riconoscerne il valore perdendo così egli stesso l’opportunità di ricevere quell’amore che tanto teme di perdere all’idea che la propria compagna realizzi il sogno della propria vita. L’elemento che può destabilizzare un uomo è vedere che la propria donna cambia col trascorrere del tempo dimenticandosi che il cambiamento è parte integrante della vita stessa di un essere umano.
Restare “tali e quali” equivale a cessare di vivere precludendosi la grande opportunità di guardare, di imparare, di conoscere, di crescere e di diventare migliori: dovrebbe essere lo scopo della vita di ognuno di noi, ma in realtà il cambiamento della propria compagna fa paura forse ancora di più del proprio cambiamento. Viene percepito in modo distruttivo: genera insicurezza, confusione, dubbi, “film mentali” inesistenti. E’ l’inizio di una fine preannunciata. Io stessa l’ho vissuta in prima persona quando decisi di realizzarmi professionalmente all’età di 44 anni.
Nulla di quello che scrivo è letto sui libri ma è parte del mio vissuto e delle storie di tante mie clienti.
Una donna felice è una donna migliore, una moglie migliore, una mamma migliore e una compagna che resterà accanto al proprio uomo per il resto della propria vita con infinita gratitudine, gentilezza, amorevolezza e stima nei confronti di un uomo che ha saputo amarla e valorizzarla al di là di quello che riteneva giusto e oltre le proprie convinzioni.
La versatilità e la capacità di organizzare le nostre giornate quando ci sentiamo appagate ha dell’immaginabile!
Una donna felice,
- è una donna che si sveglia ogni mattina con entusiasmo,
- è una donna che sorride,
- è una donna che racconta la propria vita al mondo,
- è una è una donna che ispira i propri figli,
- è una donna che sostiene il proprio compagno,
- è donna fedele e grata.
- E’ una donna forte e coraggiosa capace di guidare, di ascoltare e di comprendere con pazienza.
Una donna realizzata professionalmente è una donna che risuona nella gioia ed è contagiosa in ogni ambiente.
Una donna che si sente realizzata, è capace di magie nella propria quotidianità: dedica spazio e tempo al proprio uomo e educa alla libertà individuale.
Tutto questo diventa possibile grazie allo stato emotivo che risuona nel proprio cuore e alla sensazione che nutre la propria anima: la sensazione di essere vista, capita, riconosciuta e valorizzata per quello che è e non per quello che fa.
L’idea più frequente e più comune è che si possa essere o una donna in carriera o una buona madre e che le due cose non possano essere affiancate.
Invece alcuni studi hanno dimostrato che le madri lavoratrici sono più intuitive nel prendere di petto le situazioni di difficoltà e questo proprio grazie alla loro predisposizione in quanto madri.
Diventare madri è un privilegio, un mistero e allo stesso tempo è una magia. Mettere al mondo un figlio è un’esperienza unica e potente. Quando gli occhi di una madre incontrano gli occhi del proprio figlio appena nato, il mondo si racchiude in quello sguardo e nulla sarà più importante. Ma questo non significa che parallelamente una donna non possa realizzarsi professionalmente e possa dedicarsi come faceva prima, se non meglio, alla propria attività e al proprio uomo, il quale, dovrà egli stesso capire che nulla sarà come prima ma molto meglio!
Egoismo ed egocentrismo non sposano la buona riuscita di una famiglia.
Il tempo sarà distribuito in modo diverso: una piccola vita dipende dalla coppia genitoriale e la stessa felicità di mamma e papà contribuisce alla felicità di quel bimbo o bimba.
Eppure molte donne si trovano a fronteggiare pregiudizi e convenzioni vecchie e limitanti.
Sono quelle stesse convinzioni che tolgono alla collettività la possibilità di vivere in un mondo migliore in cui la libertà di esprimere se stessi vince l’egoismo di definire cos’è giusto e cosa non lo è per la vita altrui.
Le mamme lavoratrici si ritrovano a dover gestire le emergenze familiari. Questo perché nella maggior parte dei casi gli uomini ritengono che “certe mansioni” come ad esempio il cambio del pannolino la notte, le riunione scolastiche, le lavatrici di casa, il pranzo o la cena da organizzare piuttosto che la visita dal pediatra siano compiti esclusivamente femminili.
Sia chiaro: laddove è possibile condividere la gioia nel mantenere i ruoli tradizionali è bello ma mi chiedo..
- potrebbero unirsi ruoli tradizionali ai ruoli più attuali in cui anche la donna possa sentirsi sostenuta e insieme vincere nella comunicazione e nella crescita dei propri figli?
E ancora, laddove è la donna che agisce, è possibile avere accanto un uomo che semplicemente le chieda: “hai bisogno di aiuto? “ o le dica: “sei davvero in gamba. Ti amo.”
E invece no. Nella maggior parte dei casi l’uomo è pieno di aspettative legate ad una tradizione che confina la donna senza darle lo spazio per occupare il proprio posto sul palcoscenico della vita. Quel palcoscenico i cui spettacoli sono straordinari proprio per la partecipazione di più parti.
Ma come sarebbe stato se….
- ci fosse stato più rispetto e se il proprio compagno valorizzasse la propria compagna come egli stesso vorrebbe sentirsi valorizzato?
“Ama il prossimo tuo come te stesso” recitava un vecchio “saggio.”
E come sarebbe….
- se la donna sentisse importanti le proprie idee e le proprie opinioni anziché sentirsi giudicata o sminuita?
- Se si sentisse amata incondizionatamente? Quando poni delle condizioni alla tua donna, limiti l’amore stesso.
- Se tu ti fermassi un po’ più spesso ad ascoltarla in modo attivo, facendole delle domande per creare una conversazione propositiva e costruttiva anziché giudicante?
- Se tu la considerassi “meno scontata”, meno ovvia?
- Se tu la apprezzassi ogni giorno nelle più piccole cose anziché
“abituarti alle piccole cose”?
Lei è la madre dei tuoi figli, ti ha scelto, ti ha voluto, l’hai scelta, l’hai voluta.
Ma è innanzitutto un essere umano.
Le persone cambiano.
Le situazioni cambiano, la vita stessa cambia. Adattarsi al cambiamento pare essere il modo più intelligente che unisce persone intelligenti nel vivere la meravigliosa esperienza chiamata Vita. Ancor di più quando si è genitori.
Tocca a noi donne chiederci come poter contribuire a costruire quel pezzettino di mondo in cui i nostri figli possono manifestare i propri talenti in modo sicuro e autentico.
Tocca a noi donne prendere decisioni importanti e talvolta scegliere una strada piuttosto che un’altra anziché restare confinate in ambienti e situazioni che fanno vivere una vita diversa da quella che si vorrebbe.
Toccano ad ognuna di noi vivere al meglio il proprio ruolo insieme al dono della maternità.
Essere madre non significa solo cambiare pannolini, scaldare biberon o litigare con gli omogeneizzati. Quello è solo l’inizio.
Essere madre significa cambiare la propria vita, il proprio tempo e il proprio modo di pensare per i propri figli.
Felice festa della mamma.
8 Maggio 2022
Gloria Chiarini, mamma e mental coach per donne. Cell. 3282560986